Nato a Carignano, in provincia di Torino, lo Chef Piero Pulli cresce in campagna, a stretto contatto con il mondo contadino, esperienza grazie alla quale può conoscere da vicino le materie prime alla base della tradizione gastronomica italiana.
Scopre ben presto la sua passione per l’arte culinaria dovendo cucinare a casa fin da piccolo.
Grazie al consiglio di un saggio collega più esperto che un giovanissimo Piero Pulli incrocia ai suoi inizi e che oggi ricorda con riconoscenza, si dedica da subito al processo di apprendimento per “imparare ad imparare”, alternando esperienze diverse in contesti diversi.
Conosce così in poco tempo e “da vicino” svariati tipi di organizzazione e di cucina.
Tra i 16 e i 26 anni di età passa da aiuto-cuoco a responsabile di partita, fino a diventare sous-chef e infine chef, viaggiando tra le cucine d’Italia e del mondo: dalle Alpi nordoccidentali alla Sardegna, al Lago Maggiore, passando per la Toscana e approdando all’estero. Tra hotel e ristoranti, dagli Stati Uniti alla Francia, arriva fino in Corea e torna di nuovo in Europa, a Montecarlo. Intervalla queste esperienze professionali estere con periodi nei pressi di casa, in Piemonte.
Dopo aver fatto il giro del mondo in cucina, lo Chef Piero Pulli torna a Torino l’ultima volta nel 2019 per cominciare la sua avventura a Fiorfood, dove assume il ruolo di Chef del Bistrot del concept store di Coop, in Galleria San Federico.
Sono trascorsi oltre quarant’anni da quel consiglio che tanto ha a cuore, ma ciò che ancora oggi Chef Pulli ama più di tutto della cucina è che si impara sempre. Dalle persone, dagli ingredienti e i possibili diversi usi che se ne possono fare, per non parlare di piatti nuovi. In cucina, inoltre, si gestiscono esigenze, competenze e professionalità diverse che devono integrarsi e contribuire al risultato per offrire un buon servizio: un bravo Chef, ammonisce, tiene sempre a mente che senza commis e plonge un’attività ristorativa non può lavorare bene ed esprimere tutto il suo potenziale.
Lo Chef dal passaporto pieno di timbri rimane la persona che non ti aspetti, la specialità che non hai mai assaggiato. Chiacchierando con lui puoi scoprire per esempio la sua passione per l’addestramento di cani per la ricerca di sperduti in superficie.
Il cuoco senza un ingrediente preferito (e come farebbe, avendone assaggiati così tanti?!) può raccontare della semplicità disarmante di un piatto che ha segnato la sua vita, il testimone dei momenti di svolta nella sua carriera: “Negli anni all’estero, durante la fase finale dei processi di selezione, quando la posizione disponibile era per un ruolo di maggiore responsabilità, venivo misurato spesso sulla base degli Spaghetti al pomodoro”.